La condotta di ricettazione si configura nella materiale ricezione del bene di provenienza illecita, a prescindere dalla commissione del delitto presupposto da parte dell'imputato. Ai fini della configurabilità del reato di ricettazione, non è sufficiente la mera provenienza illecita degli oggetti ricettati, ma è necessario che l'imputato ne abbia avuto la disponibilità in uno stesso contesto di tempo e di luogo. Pertanto, la circostanza che gli assegni oggetto di ricettazione siano riconducibili a un medesimo delitto presupposto non è di per sé sufficiente a integrare il vincolo della continuazione tra i diversi episodi di ricettazione, essendo invece necessario che l'imputato abbia avuto la disponibilità di tali assegni in un unico contesto spazio-temporale. La valutazione della sussistenza di tale elemento deve essere effettuata sulla base degli specifici elementi di fatto emersi nel processo, senza poter desumere automaticamente la continuazione tra i diversi episodi dalla mera provenienza illecita comune degli oggetti ricettati.