Cassazione penale Sez. V sentenza n. 49024 del 25 ottobre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:49024PEN

Massima

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Le espressioni verbali che, pur non contenendo esplicite minacce, richiamano in modo vago e trasversale elementi legati alla sfera personale o patrimoniale della persona offesa, possono integrare il reato di minaccia grave ai sensi dell'art. 612, comma 2, c.p. quando, in base al contesto fattuale, risultino idonee a ingenerare nella vittima un fondato timore per la propria incolumità o sicurezza. La valutazione della capacità minatoria delle parole pronunciate deve essere effettuata in concreto, tenendo conto di tutti gli elementi del caso, senza limitarsi a un mero riscontro letterale delle espressioni utilizzate. Anche l'assenza di esplicite minacce non esclude la configurabilità del reato, qualora le parole siano comunque idonee a suscitare nella persona offesa un ragionevole allarme per la propria incolumità o sicurezza, in ragione del contesto in cui sono state pronunciate e dei riferimenti a elementi della sua sfera personale o patrimoniale. La motivazione della sentenza deve dare conto in modo puntuale delle ragioni per le quali le espressioni utilizzate sono state ritenute idonee a integrare il reato di minaccia grave, senza limitarsi a una mera valutazione letterale delle parole pronunciate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. GORJAN Sergio - rel. Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) JUNIOR, nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 30/06/2016 della CORTE APPELLO di BOLOGNA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. SERGIO GORJAN;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. GIOVANNI DI LEO, che ha concluso per l'inammissibilita'.
CONSIDERATO IN FATTO
La Corte d'Appello di Bologna con la sentenza impugnata, reso il 30.6 - 4.7.2016, aveva confermato la decisi…

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