Il giudice, in caso di sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti (c.d. "patteggiamento"), è tenuto a dichiarare, ai sensi dell'art. 537 c.p.p., comma 1, l'accertata falsità di atti o documenti, trattandosi di un obbligo di legge che discende dalla natura di sentenza di condanna equiparata alla sentenza ordinaria. Pertanto, l'omissione di tale declaratoria comporta l'annullamento senza rinvio della sentenza limitatamente a tale statuizione, in quanto la Corte di Cassazione può direttamente adottare il provvedimento previsto dall'art. 537 c.p.p., non essendo necessaria alcuna ulteriore valutazione di merito. Tale interpretazione è ulteriormente avvalorata dalla novella legislativa di cui all'art. 620, lett. l), c.p.p., che consente alla Suprema Corte di pronunciare sentenza di annullamento senza rinvio quando ritiene di poter decidere senza necessità di ulteriori accertamenti di fatto.