Cassazione penale Sez. V sentenza n. 50827 del 30 novembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:50827PEN

Massima

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Il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale si configura quando l'amministratore di fatto di una società fallita distrae componenti del patrimonio sociale, sottraendoli alla garanzia dei creditori, anche attraverso la cessione di un ramo d'azienda a soggetto non legittimato, purché tale negozio giuridico non sia privo di effetti ab initio. Ai fini della sussistenza del reato, non è necessario l'accertamento di un nesso causale tra la condotta distrattiva e il successivo fallimento, essendo sufficiente che l'agente abbia cagionato il depauperamento dell'impresa, destinandone le risorse ad impieghi estranei alla sua attività, indipendentemente dal momento in cui tale condotta si sia realizzata rispetto alla dichiarazione di insolvenza. Il valore dell'avviamento commerciale, se trasferito unitamente all'azienda o ai fattori aziendali in grado di generarlo, concorre a determinare l'entità della distrazione, non potendo invece costituire da solo oggetto di distrazione. La durata delle pene accessorie previste per il reato di bancarotta fraudolenta è fissa e inderogabile, non essendo necessaria una specifica motivazione in tal senso da parte del giudice. Il beneficio della non menzione della condanna, qualora non richiesto con l'atto di appello, non comporta alcun onere motivazionale a carico del giudice di secondo grado.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - rel. Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/04/2014 della CORTE APPELLO di FIRENZE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/10/2016, la relazione svolta dal Consigliere GRAZIA LAPALORCIA;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ORSI Luigi che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte d'appello di Firenze ha confermato la dichiarazione di colpe…

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