Cassazione penale Sez. V sentenza n. 37425 del 24 settembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:37425PEN

Massima

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Il sequestro di persona a scopo di estorsione, aggravato dall'evento morte, sussiste quando gli autori, pur non avendo inizialmente rappresentato come certa l'uccisione della vittima, nel corso dello sviluppo del sequestro maturano la consapevolezza e la volontà della morte del sequestrato come esito inevitabile della loro condotta criminosa, in assenza di concrete prospettive di liberazione dell'ostaggio. Tale dolo diretto si forma progressivamente in relazione a elementi quali l'aver agito a volto scoperto, la conoscenza della vittima da parte dei sequestratori, l'impossibilità di ottenere il riscatto in tempi brevi, la presa di coscienza del fallimento delle finalità estorsive e del pericolo di essere rintracciati, nonché la vista dell'arma pronta all'uso nelle mani del sequestratore rimasto solo con l'ostaggio, senza che vi sia stata una concreta discussione circa la liberazione. In tale contesto, il depezzamento e l'occultamento del cadavere da parte di uno dei concorrenti integrano ulteriori elementi di conferma della rappresentazione certa della morte della vittima. Ai fini della configurabilità del dolo diretto, non rileva l'assenza di contatti tra i concorrenti dopo la divisione, essendo sufficiente che al momento in cui l'ostaggio è stato lasciato solo con uno dei sequestratori armato, gli altri imputati non potessero escludere il verificarsi di un evento grave. La morte della vittima, in tale ipotesi, non si pone come mero evento possibile, ma come conseguenza causalmente collegata all'azione criminosa, rappresentata come certa dai partecipi, integrando così l'aggravante prevista dall'art. 630, comma 3, c.p. e non l'ipotesi di cui all'art. 116, comma 2, c.p. Inoltre, il reato di rapina per la sottrazione di denaro dal portafoglio della vittima concorre con il sequestro, in quanto la limitazione della libertà personale non era funzionale solo all'estorsione, ma anche all'impossessamento di tali somme.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TO. EM. N. IL (OMESSO);

2) BA. MA. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 07/10/2008 CORTE ASSISE APPELLO di MILANO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARROZZA ARTURO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) che chiede il rigetto dei ricorsi;

udito, per la parte civile, l'avv.…

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