Il potere di annullamento in autotutela di una procedura di gara, esercitato dall'amministrazione aggiudicatrice, rientra nell'ambito di applicazione del rito speciale di cui all'art. 120, commi 5 e 7, del Codice del processo amministrativo, che prevede un termine dimidiato di trenta giorni per l'impugnazione dei relativi provvedimenti. Tale disciplina speciale si applica non solo agli atti della fase di selezione del contraente, ma anche ai successivi provvedimenti di annullamento o revoca della procedura di gara, in quanto atti che seguono, a guisa di actus contrarii, l'ambito operativo di quest'ultima. Pertanto, il provvedimento di conferma dell'annullamento della procedura di gara, adottato all'esito di una nuova istruttoria e con contenuto innovativo rispetto al precedente atto di annullamento, costituisce un atto autonomamente impugnabile entro il termine dimidiato di trenta giorni, la cui mancata tempestiva impugnazione comporta il consolidamento del provvedimento e l'improcedibilità del ricorso avverso il precedente atto di annullamento. L'interesse pubblico all'annullamento di una procedura di gara retta da una lex specialis viziata, tale da non consentire una coerente partecipazione degli operatori interessati, legittima l'esercizio del potere di autotutela da parte dell'amministrazione, a prescindere dalle specifiche censure articolate avverso l'aggiudicazione.