Cassazione penale Sez. V sentenza n. 3558 del 23 gennaio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:3558PEN

Massima

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La diffamazione a mezzo stampa non può essere esclusa sulla base della mera affermazione che le dichiarazioni non fossero destinate alla diffusione, in assenza di adeguata motivazione, in particolare quando le dichiarazioni siano state rese nel contesto di un'intervista o comunque a fronte di una richiesta di notizie da parte di un giornalista, essendo in tal caso prevedibile e accettabile la loro probabile diffusione al pubblico. Inoltre, la scriminante del diritto di critica non può essere riconosciuta quando l'imputato si sia limitato ad attribuire falsamente alla persona offesa un comportamento contrastante con norme giuridiche, senza esprimere alcuna critica o censura rispetto all'operato della stessa. Il giudice, nel valutare la sussistenza del reato di diffamazione a mezzo stampa, è tenuto a motivare adeguatamente in ordine alla destinazione delle dichiarazioni alla diffusione e all'applicabilità della scriminante del diritto di critica, alla luce dei principi enunciati dalla Corte di Cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. DUBOLINO P. - rel. Consigliere

Dott. FUMO Maurizi - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 5312/2013 GIP TRIBUNALE di MILANO, del 12/04/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIETRO DUBOLINO;

sentite le conclusioni del PG Dott. IZZO Gioacchino, il quale ha chiesto l'annullamento con rinvio.

RILEVATO IN FATT…

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