Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8226 del 9 marzo 2022

ECLI:IT:CASS:2022:8226PEN

Massima

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Il provvedimento di confisca di un bene nell'ambito di un procedimento di prevenzione patrimoniale può essere legittimamente disposto quando risulti una significativa sproporzione tra il valore del bene e le disponibilità lecite del proposto, anche in assenza di una prova diretta della provenienza illecita del bene. Tuttavia, il giudice è tenuto a motivare adeguatamente tale valutazione, confrontandosi con le eventuali allegazioni difensive volte a giustificare la discrasia tra il valore dichiarato nell'atto di acquisto e l'effettivo valore del bene, come nel caso di operazioni negoziali simulate ma lecite finalizzate all'ottenimento di un finanziamento. Il ricorso per cassazione avverso il provvedimento di confisca è ammesso solo per violazione di legge, essendo precluso il sindacato sul vizio di motivazione, salvo il caso di motivazione inesistente o meramente apparente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 29/04/2021 della CORTE APPELLO DI NAPOLI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere FRANCOLINI GIOVANNI;
lette la requisitoria scritta del Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di cassazione CIMMINO ALESSANDRO, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1. Con decreto del 2…

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