Il provvedimento amministrativo che introduce limitazioni alla circolazione stradale, derogando a precedenti divieti, è espressione di un potere discrezionale della pubblica amministrazione volto a contemperare, secondo criteri di ragionevolezza, gli interessi contrapposti incidenti su valori costituzionali. Pertanto, la legittimità di tale provvedimento deve essere valutata in relazione alla plausibilità della scelta operata, tenuto conto del substrato motivazionale su cui essa si fonda, senza che assumano rilievo le conclusioni tecniche di parte, non espressamente recepite nell'atto. In particolare, la deroga al divieto di transito per i veicoli di lunghezza superiore a 8 metri, limitatamente a quelli diretti alle aziende insediate nella via interessata, risulta legittima ove sia adeguatamente motivata in considerazione della scarsa densità di traffico, dell'assenza di strade alternative e della circostanza che tali mezzi non effettuano manovre pregiudizievoli per la circolazione, potendo invertire la marcia all'interno delle aziende medesime. Inoltre, il provvedimento che introduce una limitazione generale alla circolazione stradale non richiede la previa comunicazione di avvio del procedimento ai sensi dell'art. 7 della legge n. 241 del 1990, in quanto atto amministrativo generale.