Il giudice è tenuto a rilevare e correggere gli evidenti errori materiali contenuti negli atti processuali, anche in assenza di specifiche eccezioni delle parti, al fine di assicurare il corretto accertamento dei fatti e l'applicazione della legge penale. L'indicazione erronea della data di commissione del reato nell'atto di citazione a giudizio non costituisce una lesione del diritto di difesa dell'imputato, qualora tale errore risulti manifesto e possa essere agevolmente emendato dal giudice. In tali casi, il giudice non può pronunciare il proscioglimento per intervenuta prescrizione, ma è tenuto a procedere al corretto accertamento della tempestività dell'azione penale, sulla base della data effettiva di commissione del reato, desumibile dagli atti processuali. Il principio di diritto di cui all'art. 2 c.p., comma 1, in tema di irretroattività della legge penale, non trova applicazione nell'ipotesi di mero errore materiale nella indicazione della data di commissione del reato, atteso che tale circostanza non incide sulla sussistenza del fatto tipico previsto dalla legge vigente al momento della sua realizzazione.