Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13304 del 28 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:13304PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, adotta provvedimenti ritenuti ingiusti o persecutori dal destinatario, può essere oggetto di diffamazione qualora le sue affermazioni, pur essendo percepite come tali dal soggetto diffamato, risultino oggettivamente false e lesive della reputazione altrui. Tuttavia, l'esimente della provocazione prevista dall'art. 599, comma 2, c.p. non può trovare applicazione qualora le accuse mosse non siano fondate su elementi concreti, ma soltanto sulla mera percezione soggettiva dell'imputato circa l'ingiustizia dell'operato del pubblico ufficiale. Affinché possa essere riconosciuta tale scriminante, è necessario che l'offesa sia stata determinata da un fatto ingiusto altrui, accertato oggettivamente, e che sia stata pronunciata immediatamente dopo di esso. La mera allegazione di una esimente putativa, basata su un criterio soggettivo, non è sufficiente a escludere la responsabilità penale per diffamazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. RO. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 16/03/2006 CORTE APPELLO di CAGLIARI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARROZZA ARTURO;

Udito Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. Salzano Francesco, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio perche' estinto il reato per prescrizione.

FATTO E DIRI…

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