Cassazione penale Sez. II sentenza n. 18408 del 5 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:18408PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando l'agente, attraverso minacce idonee a coartare la volontà del soggetto passivo, fa valere un interesse di fatto, privo di tutela giuridica, al fine di ottenere un ingiusto profitto. La sussistenza del quadro indiziario e delle esigenze cautelari, valutate dal giudice di merito sulla base di una motivazione congrua e logica, non possono essere sindacate in sede di legittimità, salvo che non emergano evidenti vizi logici o giuridici. Il pericolo di reiterazione del reato, che giustifica l'applicazione di una misura cautelare, può essere desunto dalla gravità dei fatti e dal contesto mafioso in cui sono maturati, anche quando la misura venga successivamente attenuata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la ordinanza 28/11/2013 del Tribunale per il riesame di Catanzaro;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Domenico Gallo;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, dott. RIELLO Luigi che ha concluso chiedendo il rigetto;

udito per l'imputato, l'avv. (OMISSIS), che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.

RIT…

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