Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10645 del 10 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:10645PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso la sentenza di condanna, ritiene inammissibile l'impugnazione in quanto le censure mosse dal ricorrente si risolvono in meri rilievi di merito sulle valutazioni operate dalla Corte territoriale, la quale ha espresso il proprio convincimento con motivazione giuridicamente corretta e immune da vizi logici. Il principio di diritto affermato è che il giudice di legittimità non può sindacare le valutazioni di merito compiute dal giudice di appello, se queste risultano sorrette da una motivazione adeguata e priva di errori logici, essendo precluso al giudice di legittimità un riesame del merito della vicenda processuale. La condanna alle spese e all'ulteriore sanzione pecuniaria a carico del ricorrente costituisce la conseguenza dell'inammissibilità del ricorso, in ragione della natura delle questioni dedotte.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - rel. Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ri. Vi., n. a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Milano, emessa in data 31.3.2006;

letto il ricorso e il provvedimento impugnato;

udita in pubblica udienza la relazione del Cons. Dott. Ippolito F.;

udita la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. DI CASOLA Carlo, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

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