Cassazione penale Sez. I sentenza n. 27705 del 6 ottobre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:27705PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio si configura quando l'agente pone in essere atti inequivocabilmente diretti a cagionare la morte della vittima, valutati ex ante in base alle concrete modalità dell'azione e all'idoneità degli strumenti utilizzati, a prescindere dall'effettivo verificarsi dell'evento letale. L'animus necandi può essere desunto logicamente dalle circostanze fattuali, come il numero e la gravità delle lesioni, l'attingimento di parti vitali del corpo, la reiterazione e la violenza dei colpi inferti, senza che rilevi la mancata realizzazione dell'esito mortale. La provocazione, quale causa di attenuazione della pena, richiede invece la sussistenza di un fatto ingiusto, obiettivamente idoneo a determinare uno stato d'ira, che non può essere valutato sulla base di mere convinzioni o sensibilità personali dell'imputato, essendo necessario che egli abbia previamente invitato la vittima a cessare il comportamento provocatorio senza ottenere risposta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIANI Vincenzo - Presidente

Dott. SANDRINI Enrico G - rel. Consigliere

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. MANCUSO ((omissis)) - Consigliere

Dott. APRILE Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 09/11/2018 della CORTE APPELLO di FIRENZE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ENRICO GIUSEPPE SANDRINI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore PINELLI MARIO MARIA STEFANO, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza in data 9.11.2018 la Corte d'appello di Firenze ha confermato …

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