Il cambio di destinazione d'uso di un immobile da attività artigianale a locale di culto, anche se non espressamente previsto dallo strumento urbanistico vigente, può essere legittimamente autorizzato attraverso l'istituto dell'accertamento di conformità, purché l'intervento risulti compatibile con la disciplina urbanistica della zona e non contrasti con le specifiche disposizioni normative in materia di insediamento di attrezzature di interesse comune di tipo religioso. L'amministrazione comunale, nel valutare la richiesta di accertamento di conformità, è tenuta a condurre un'istruttoria completa ed esaustiva, motivando adeguatamente il provvedimento finale sulla base dei rilievi emersi nel corso del procedimento, senza introdurre nuovi elementi ostativi non previamente comunicati all'interessato. Inoltre, la demolizione di eventuali opere abusive preesistenti, ove non funzionali al cambio di destinazione d'uso richiesto, non può essere posta come condizione per il rilascio dell'accertamento di conformità, essendo sufficiente il mero ripristino dello stato dei luoghi originario. In tali ipotesi, l'amministrazione è tenuta a riesaminare la domanda di accertamento di conformità, senza poter irrogare direttamente la sanzione della rimessa in pristino.