Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 20135 del 16 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:20135PEN

Massima

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Il falso nella dichiarazione rilasciata in relazione all'istanza di ammissione al patrocinio a spese dello Stato integra il reato di cui all'art. 95 del D.P.R. n. 115/2002, indipendentemente dalla effettiva sussistenza delle condizioni reddituali per l'accesso al beneficio, in quanto il bene giuridico tutelato è l'attività del giudice preposto alla verifica del diritto al beneficio. Tuttavia, il dolo generico richiesto per la configurazione del reato non può essere ritenuto in re ipsa, ma deve essere rigorosamente provato, non potendosi configurare il reato quando il falso derivi da una semplice leggerezza o negligenza dell'agente. Pertanto, l'errore sulla nozione di reddito rilevante ai fini dell'ammissione al patrocinio a spese dello Stato, pur non escludendo la rilevanza penale della condotta, può rappresentare un indice di colpa, purché tale elemento soggettivo sia adeguatamente accertato dal giudice di merito, anche alla luce delle indicazioni metodologiche fornite dalle Sezioni Unite in tema di dolo eventuale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BLAIOTTA Rocco Marco - Presidente

Dott. GRASSO Giuseppe - Consigliere

Dott. DOVERE Salvator - rel. Consigliere

Dott. TANGA Antonio L. - Consigliere

Dott. PAVICH Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) n. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 1661/2012 CORTE APPELLO di SALERNO, del 16 febbraio 2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 21 aprile 2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOVERE SALVATORE;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. TOCCI Stefano, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza indicata in epigrafe la Corte di Appello di Salerno ha parzialmente ri…

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