Cassazione penale Sez. V sentenza n. 7020 del 21 febbraio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:7020PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura quando la condotta dell'agente, consistente in minacce, molestie e comportamenti reiterati, cagiona nella vittima un grave e perdurante stato di ansia e paura, tanto da alterarne le abitudini di vita, indipendentemente dal movente soggettivo dell'agente. Ai fini della sussistenza del reato, è sufficiente che la condotta dell'imputato abbia determinato nella persona offesa un fondato timore per la propria incolumità, senza che rilevi la possibilità per l'agente di far valere una pretesa giuridicamente tutelabile dinanzi all'autorità giudiziaria. La gravità e la reiterazione dei comportamenti minatori e molesti, anche successivamente all'applicazione di misure cautelari, integrano gli elementi costitutivi del delitto, a prescindere dalla circostanza che la vittima non abbia adottato semplici accorgimenti per sottrarsi alla condotta persecutoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. TUDINO Alessandrina - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabett - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 03/10/2018 della CORTE di APPELLO di GENOVA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore della parte civile, avv. (OMISSIS), che ha depositato conclusioni scritte e nota spese.
RITENUTO…

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