Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13178 del 8 aprile 2002

ECLI:IT:CASS:2002:13178PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il diritto di critica nei confronti di provvedimenti giurisdizionali trova il suo limite nel rispetto della continenza e del valore sociale della funzione giudiziaria, non potendosi trascendere in giudizi di disvalore assoluto sulla persona del magistrato che li ha emessi, anche quando il provvedimento incida sulla libertà personale e susciti perplessità nell'opinione pubblica. L'ordinamento giuridico impone al giudice una distinta cultura del diritto, fondata sull'obbligo di apoliticità e di motivazione delle decisioni, che costituisce parte integrante della cultura sociale e rappresenta il parametro per valutare la legittimità dell'esercizio del diritto di critica, il quale non può prescindere dal riconoscimento del valore sociale e giuridico della funzione giurisdizionale, dovendosi distinguere nettamente il giudizio sul provvedimento da quello sulla persona del magistrato che lo ha adottato. Pertanto, l'uso di qualificazioni di disvalore assoluto, prive di riferimento alla motivazione del provvedimento, integra un abuso del diritto di critica, in quanto implica una lesione della reputazione del giudice, che travalica i limiti della continenza e dell'interesse sociale, pur in presenza di perplessità e dissenso dell'opinione pubblica sull'adozione di misure incidenti sulla libertà personale.

Sentenza completa

1 - Il Tribunale di Caltanissetta ha condannato R. M., con generiche a L. 3.000.000 e risarcimento dei danni alla costituita P.C., per il reato di diffamazione a mezzo stampa aggravata dall'attribuzione di fatto determinato perché, con dichiarazioni pubblicate su "Il Giornale di Sicilia" il 9.5.95, offendeva la reputazione di A. M., GIP di Palermo, definendo l'ordinanza di custodia in carcere, che aveva emesso nei confronti di C. M., "aberrante, sadica, abietta".
Con il ricorso, anche avverso ordinanza dibattimentale si denuncia: 1° - incompetenza per materia del Tribunale (si è erroneamente configurata aggravante, mentre il giudizio competeva al Pretore); 2° - violazione art. 51 c.p., perché il testo integrale sottoscritto dall'imputato è giustificato dall'esercizio del diritto di critica, e le frasi incriminate sono solo manifestazione di dissenso laddove, peraltro, le accuse dei collaboratori che erano a base della misura applicata per …

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.