Il rilascio del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo UE può essere legittimamente rifiutato dall'amministrazione qualora il richiedente abbia presentato documentazione falsa, in particolare un certificato di residenza riconosciuto come tale a seguito di verifica presso l'autorità competente, senza che sia necessaria una previa condanna penale per il reato di falso. L'amministrazione può autonomamente valutare l'attendibilità della documentazione prodotta, anche in assenza di un accertamento giudiziale, e negare il permesso di soggiorno qualora ritenga non veritiera la documentazione presentata, in quanto la produzione di atti contraffatti o di false attestazioni a sostegno della richiesta di permesso di soggiorno costituisce, di per sé, motivo idoneo e sufficiente a giustificare il diniego. Inoltre, il rifiuto del permesso di soggiorno può essere legittimamente fondato anche sull'assenza del requisito reddituale in capo al richiedente, qualora questi non dimostri di disporre di adeguati mezzi di sussistenza, indispensabili per ottenere il permesso di soggiorno sul territorio nazionale a titolo di lavoro subordinato.