Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 22293 del 8 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:22293PEN

Massima

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Il possesso di beni provenienti da reato, in assenza di una plausibile giustificazione circa la loro provenienza lecita, integra il reato di ricettazione, non essendo sufficiente la mera negazione della consapevolezza della illiceità dell'origine della merce. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del dolo del reato di ricettazione, può legittimamente fondare il proprio convincimento sulla sola circostanza del rinvenimento dei beni provento di furto nella disponibilità dell'imputato, senza che questi sia in grado di fornire una credibile spiegazione alternativa. Il riconoscimento dell'attenuante del fatto di particolare tenuità e la derubricazione del reato in una fattispecie contravvenzionale sono esclusi quando le emergenze processuali non consentono di ritenere integrati i relativi presupposti, in quanto il giudice di merito non è vincolato a tali richieste difensive ove non le ritenga fondate sulla base di una valutazione complessiva degli elementi di prova acquisiti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBA Tito - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato ad (OMISSIS);

avverso la sentenza del 07/12/2010 della Corte di appello di Napoli;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;

udita la relazione svolta dal ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale D'ANGELO Giovanni, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata.

RITENUTO IN FATTO

1. Con la sentenza sopra indica…

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