Cassazione penale Sez. II sentenza n. 43659 del 14 ottobre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:43659PEN

Massima

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Il tentativo di reato si configura quando l'agente, pur avendo definitivamente approntato il piano criminoso in ogni dettaglio, abbia iniziato a darvi esecuzione, dimostrando una significativa probabilità di conseguire l'obiettivo programmato, salvo il verificarsi di eventi non prevedibili indipendenti dalla sua volontà. Tuttavia, qualora non sia possibile individuare una certezza processualmente significativa, tanto in ordine alla definitiva volontà dell'agente di portare a compimento il reato, quanto in ordine alle effettive ragioni che lo hanno indotto a desistere, il Pubblico Ministero non può essere ritenuto gravato dall'onere di provare l'insussistenza della desistenza volontaria, essendo necessario che egli offra la prova positiva del fatto che il programma criminoso sia giunto a una fase di sostanziale attuazione. In assenza di tale prova, il tentativo non può ritenersi configurato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. D'ARRIGO Cosimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI BARI;
nei confronti di:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 279/2016 TRIB. LIBERTA' di BARI, del 15/03/2016;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. TUTINELLI VINCENZO;
lette/sentite le conclusioni del P.G. Dott. ROMANO Giulio, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza in data 16 febbraio 2016, il GIP presso il Tribunale di Bari ha applicato la misura dell…

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