Cassazione penale Sez. II sentenza n. 28816 del 7 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:28816PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, può essere desunto non solo dalla gravità e modalità della condotta criminosa, ma anche da elementi sintomatici della pericolosità sociale dell'indagato, quali la sproporzione tra il suo tenore di vita e i redditi lecitamente dichiarati, nonché l'interesse manifestato per l'acquisizione di beni di proprietà della persona offesa. Pertanto, il decorso di un considerevole lasso di tempo dalla commissione del reato non esclude automaticamente l'attualità e concretezza del pericolo di recidiva, che deve essere valutato alla luce di tutti gli elementi di fatto emersi nel corso delle indagini, i quali possono dimostrare la persistenza della pericolosità sociale dell'indagato e la necessità di applicare una misura cautelare per scongiurare il pericolo di reiterazione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - rel. Consigliere

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 749/2014 TRIB. LIBERTA' di LECCE, del 10/10/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. UGO DE CRESCIENZO;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), il quale chiede la dichiarazione di inammissibilita';

udito il difensore avv. (OMISSIS) del foro di (OMISSIS) il quale chiede l'accoglimento del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

(OMISSIS), indagato per la violazio…

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