La stazione appaltante, nell'esercizio della propria discrezionalità nella definizione dei requisiti di partecipazione a una procedura di gara, deve rispettare i principi di libera concorrenza e parità di trattamento tra gli operatori economici, evitando di imporre clausole che, pur perseguendo finalità di economicità e razionalità organizzativa, risultino irragionevolmente limitative della partecipazione e discriminatorie in relazione alla localizzazione geografica delle sedi operative dei concorrenti. Pertanto, la previsione di una "clausola di territorialità" che escluda dalla gara gli operatori non ubicati entro una ristretta distanza dalla stazione appaltante, pur motivata da esigenze di prossimità e rapidità di intervento, viola i suddetti principi di concorrenza e non discriminazione, risultando sproporzionata rispetto agli interessi perseguiti. Diversamente, l'adozione del criterio di aggiudicazione del prezzo più basso per l'affidamento di un servizio di manutenzione di automezzi, pur non rientrando tra i servizi standardizzati o ad elevata ripetitività, è legittima ove tale servizio presenti comunque caratteristiche di uniformità e ripetitività tali da giustificare il ricorso a tale criterio, in assenza di particolari esigenze di valutazione qualitativa dell'offerta.