Cassazione penale Sez. II sentenza n. 34549 del 7 settembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:34549PEN

Massima

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Il possesso di un'arma clandestina, anche se non immediatamente visibile, integra il reato di ricettazione qualora siano presenti indizi gravi, precisi e concordanti che dimostrino la disponibilità e la consapevolezza della detenzione dell'arma da parte dell'imputato. La fuga alla vista delle forze dell'ordine e il comportamento successivo, come il tentativo di occultamento, costituiscono elementi di prova indiziaria della responsabilità penale. La discordanza tra gli atti di indagine e le successive dichiarazioni testimoniali non inficia necessariamente la validità della prova, purché il giudice abbia adeguatamente motivato la propria valutazione sulla credibilità e attendibilità delle fonti di prova. Nell'individuare la pena, il giudice può tenere conto della gravità oggettiva del fatto e della personalità dell'imputato, senza essere vincolato ai soli elementi favorevoli, come l'assenza di precedenti penali, ove ritenga prevalenti gli aspetti di disvalore della condotta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

CI. DA. , nato a (OMESSO);

Avverso la sentenza 3.5.2005 della Corte d'Appello di Reggio Calabria - sezione Minori;

Sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. ((omissis));

Sentite le conclusioni del Procuratore Generale il quale ha chiesto il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Per il tramite del proprio difensore CI. Da. ricorre per Cassazione avverso la sentenza 3.5.2005 con la quale la…

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