Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 44336 del 19 ottobre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:44336PEN

Massima

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La mancanza di una esplicita manifestazione di volontà della persona offesa di perseguire l'autore del reato, anche in forma non ritualizzata, comporta l'improcedibilità dell'azione penale per difetto di querela, in quanto la semplice presentazione di una denuncia senza alcun riferimento, anche indiretto, alla volontà di perseguire il reo non integra una valida manifestazione del diritto di querela. Ciò in quanto, in situazioni di incertezza, le espressioni utilizzate dalla persona offesa devono essere interpretate alla luce del favor querelae, richiedendosi tuttavia che la manifestazione lessicale provenga inequivocabilmente dalla parte offesa. Pertanto, la mera denuncia del fatto, senza alcuna richiesta espressa o implicita di punizione dell'autore, non è sufficiente a integrare una valida querela, rendendo l'azione penale improcedibile per difetto del relativo presupposto processuale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BLAIOTTA ((omissis)) - Presidente

Dott. MENICHETTI Carla - Consigliere

Dott. PICCIALLI Patrizia - Consigliere

Dott. SERRAO Eugenia - rel. Consigliere

Dott. PAVICH Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 22/02/2016 della CORTE APPELLO di TORINO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/10/2016;
la relazione svolta dal Consigliere Dr. EUGENIA SERRAO;
udito il Procuratore generale in persona del Dott. MARIO FRATICELLI
che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. La Corte di Appello di Torino, con la sentenza in epig…

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