Il procedimento disciplinare a carico degli avvocati ha natura amministrativa e non giurisdizionale, sicché non trova applicazione l'articolo 111 della Costituzione. I Consigli distrettuali di disciplina, pur svolgendo una funzione giustiziale, sono organi amministrativi caratterizzati da elementi di terzietà, la cui attività è regolata dalle norme speciali dettate dalla legge professionale e, in mancanza, da quelle del codice di procedura civile. La sanzione disciplinare inflitta all'avvocato, pur potendo conseguire a un fatto penalmente rilevante, ha finalità, intensità ed ambiti di applicazione diversi rispetto alla sanzione penale, sicché non può configurarsi una violazione del principio del "ne bis in idem". L'apprezzamento della gravità del fatto e della condotta addebitata all'incolpato, rilevante ai fini della scelta della sanzione opportuna, è rimesso all'Ordine professionale, e il controllo di legittimità della Corte di cassazione non consente di sostituirsi al Consiglio nazionale forense nel giudizio di adeguatezza della sanzione irrogata, se non nei limiti di una valutazione di ragionevolezza.