Il giudice di merito, nel valutare la credibilità della persona offesa, deve tenere conto di tutti gli elementi emersi nel corso del processo, quali la puntualità, la coerenza e l'equilibrio delle sue dichiarazioni, nonché la presenza di plurimi riscontri estrinseci, come le dichiarazioni testimoniali e le prove documentali. Tale valutazione rappresenta una questione di fatto che non può essere sindacata in sede di legittimità, salvo il controllo sulla congruità e logicità della motivazione. Inoltre, il giudice di merito, nel negare le circostanze attenuanti generiche all'imputato, deve fare riferimento ai parametri di cui all'art. 133 c.p., senza essere necessario l'esame di tutti i criteri, essendo sufficiente che specifichi a quale di essi ha inteso fare riferimento. Infine, la configurabilità del reato di estorsione richiede la sussistenza di tutti i presupposti oggettivi e soggettivi della condotta di cui all'art. 629 c.p., senza che rilevi la questione del diritto dell'imputato alla restituzione di un bene, che ha una valenza trascurabile ai fini della configurabilità del reato.