Il Comune, nell'esercizio della propria potestà regolamentare in materia di commercio su aree pubbliche, può legittimamente prevedere criteri differenziati per l'assegnazione dei posteggi nei mercati comunali, purché tali criteri non siano discriminatori e risultino ragionevoli e proporzionati rispetto alle esigenze di organizzazione e funzionalità dei singoli mercati. In particolare, il requisito della residenza nel Comune può essere legittimamente richiesto per l'assegnazione di posteggi in mercati di limitate dimensioni e con carattere stagionale, al fine di garantire un adeguato equilibrio tra il commercio in sede fissa e quello ambulante e di consentire ai commercianti residenti, che non dispongono di un posteggio nel mercato ordinario, di esercitare la propria attività almeno in tali mercati stagionali. Tale criterio non viola i principi di libertà di impresa e di concorrenza, in quanto non determina una esclusione generalizzata dei non residenti dall'accesso ai mercati comunali, essendo loro consentito di operare negli altri mercati, ivi compreso quello ordinario settimanale. L'interesse all'accertamento dell'illegittimità di un provvedimento di diniego di assegnazione di posteggio permane anche in caso di sopravvenuta improcedibilità del ricorso per mancata impugnazione di successivi provvedimenti che abbiano modificato l'assetto degli interessi in gioco, in quanto tale accertamento risulta pregiudiziale e strumentale alla proposizione di una autonoma azione risarcitoria.