Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da alcuni titolari di postazioni commerciali a rotazione nel Centro storico di Roma avverso gli atti di approvazione dello schema di Protocollo d'Intesa tra Roma Capitale, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e la Regione Lazio finalizzato alla formalizzazione delle determinazioni conclusive adottate dal Tavolo Tecnico per il Decoro, ha affermato che tali atti generali, pur avendo natura mista (ricognitiva/deliberativa/autorizzativa), non sono direttamente ed immediatamente lesivi della sfera giuridica dei ricorrenti. Infatti, gli effetti diretti di tali Deliberazioni non si ripercuotono nella sfera giuridica dei ricorrenti, in quanto la lesione si verifica solo a valle della definizione dei Piani di riordino del commercio e nell'adozione dei singoli provvedimenti da parte dei Municipi competenti. Pertanto, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, in quanto gli atti impugnati non sono immediatamente lesivi, e comunque infondato nel merito, in quanto le censure proposte erano già state esaminate e respinte dalla giurisprudenza precedente. Il Tribunale ha inoltre rilevato che la partecipazione ai sensi degli artt. 7 e seguenti della legge n. 241 del 1990 è dovuta nelle determinazioni amministrative adottate in esecuzione dell'accordo raggiunto tra le pubbliche amministrazioni, quando gli impegni raggiunti sono portati ad esecuzione attraverso atti aventi valore provvedimentale produttivi di modificazioni sfavorevoli nella sfera giuridica di terzi, mentre la precedente fase del tavolo tecnico è riconducibile alla presupposta definizione del regime di tutela delle aree pubbliche aventi valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico ai sensi dell'art. 52 del Codice dei beni culturali.