Il provvedimento amministrativo di revoca di un incarico di assessore, se illegittimo per difetto di motivazione, comporta la responsabilità dell'amministrazione per i danni patrimoniali subiti dal soggetto revocato, consistenti nelle indennità di funzione non percepite, salvo che l'amministrazione non dimostri che il soggetto abbia potuto altrimenti utilizzare le proprie energie lavorative. L'annullamento giurisdizionale del provvedimento di revoca produce effetti retroattivi, con conseguente diritto del soggetto revocato al risarcimento del danno per le indennità non percepite a decorrere dalla data di efficacia del provvedimento illegittimo, ridotto della metà in ragione della presunzione di parziale utilizzo alternativo delle proprie risorse lavorative. L'amministrazione è tenuta a dare esecuzione alla sentenza di annullamento, reintegrando il soggetto nell'incarico, e il suo mancato adempimento integra un ulteriore comportamento illecito fonte di responsabilità risarcitoria. Il soggetto revocato non è tenuto a impugnare la sentenza che, pur avendo respinto la domanda risarcitoria, abbia disposto la reintegrazione nell'incarico, in quanto tale pronuncia non preclude la successiva azione risarcitoria per il periodo successivo all'annullamento del provvedimento di revoca e fino all'effettiva reintegrazione.