Il diritto di proprietà privata, pur essendo un diritto fondamentale tutelato dall'ordinamento giuridico, non può essere esercitato in modo assoluto e incondizionato, ma deve essere bilanciato con altri interessi pubblici e privati meritevoli di tutela. Pertanto, l'esercizio del diritto di proprietà, anche attraverso atti di recinzione di un'area, è soggetto al rispetto della normativa urbanistica vigente e alla dimostrazione della titolarità del diritto reale sull'area stessa. L'amministrazione comunale, nell'ambito delle proprie competenze in materia di governo del territorio, può legittimamente inibire l'esecuzione di opere edilizie su aree di proprietà pubblica o comunque destinate a finalità pubbliche, anche in presenza di una denuncia di inizio attività presentata dal privato proprietario, qualora non risulti provata la titolarità del diritto reale sull'area e la conformità dell'intervento alla pianificazione urbanistica vigente. In tali casi, il potere di intervento interdittivo dell'amministrazione comunale non si esaurisce nel termine di venti giorni dalla presentazione della denuncia di inizio attività, ma permane finché non sia stata dimostrata la legittimità dell'intervento edilizio proposto. Il principio di proporzionalità impone tuttavia che l'amministrazione, prima di adottare provvedimenti inibitori, verifichi la possibilità di un contemperamento degli interessi pubblici e privati coinvolti, eventualmente attraverso la prescrizione di modalità esecutive dell'intervento che ne assicurino la compatibilità con la pianificazione urbanistica.