Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esercizio della propria funzione di controllo sull'operato della Pubblica Amministrazione, afferma il principio secondo cui, in materia di attività economiche soggette ad autorizzazione, il potere di disporre la cessazione o la sospensione dell'attività per violazione della relativa disciplina spetta al Dirigente comunale competente e non al Sindaco, in quanto tale competenza è stata devoluta ai Dirigenti per effetto dell'entrata in vigore del Testo Unico degli Enti Locali, che ha attribuito agli organi di governo, tra cui il Sindaco, solo poteri di controllo e di indirizzo politico-amministrativo. Pertanto, l'adozione di provvedimenti sanzionatori in materia di attività economiche da parte del Sindaco, anziché del Dirigente competente, integra un eccesso di potere per violazione di legge. Il Tribunale, nel rilevare tale vizio di legittimità, annulla i provvedimenti impugnati, ritenendo assorbenti le ulteriori censure dedotte, e dispone la compensazione delle spese di giudizio in considerazione della natura documentale della controversia.