La decadenza della concessione cimiteriale perpetua può essere legittimamente disposta dall'amministrazione comunale competente qualora il concessionario o il suo rappresentante autorizzato violino reiteratamente le norme contrattuali e regolamentari che disciplinano l'uso della sepoltura, come il divieto di tumulare soggetti estranei non prima di aver sepolto almeno un proprio parente o affine entro il sesto grado. Tale provvedimento di decadenza, rientrando nella categoria degli atti sanzionatori di autotutela, è un atto dovuto e vincolato, che non richiede una specifica valutazione dell'interesse pubblico alla sua adozione, né è inficiato da eventuali vizi procedimentali, in quanto l'art. 21-octies della legge n. 241/1990 esclude l'annullamento dell'atto per irregolarità non invalidanti. Inoltre, l'omessa indicazione del termine e dell'autorità cui ricorrere non determina l'illegittimità del provvedimento, ma al più una mera irregolarità valutabile ai fini della rimessione in termini. Infine, la natura demaniale delle aree cimiteriali, ai sensi dell'art. 842, comma 3, del codice civile, legittima l'adozione di atti di decadenza da parte dell'amministrazione comunale, indipendentemente dalla perpetuità del diritto di sepolcro riconosciuto al concessionario.