Il Comune, nell'esercizio della propria potestà amministrativa in materia di servizi pubblici locali, può modificare il programma di esercizio del servizio di trasporto pubblico urbano, anche istituendo nuovi collegamenti extraurbani che si estendono al di fuori del proprio territorio, purché nel rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa, nonché dei limiti derivanti dalla normativa di settore e dai diritti acquisiti dai concessionari del servizio. Tuttavia, l'esercizio di tale potere è soggetto al rispetto del termine di decadenza per l'impugnazione dell'atto, decorrente dalla data di pubblicazione dello stesso, a pena di irricevibilità del ricorso giurisdizionale proposto oltre tale termine. La massima sintetizza i seguenti principi giuridici fondamentali: 1. Il Comune ha il potere di modificare il programma di esercizio del servizio di trasporto pubblico urbano, anche istituendo nuovi collegamenti extraurbani. 2. Tale potere deve essere esercitato nel rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa, nonché dei limiti derivanti dalla normativa di settore e dai diritti acquisiti dai concessionari del servizio. 3. L'esercizio di tale potere è soggetto al rispetto del termine di decadenza per l'impugnazione dell'atto, decorrente dalla data di pubblicazione dello stesso, a pena di irricevibilità del ricorso giurisdizionale proposto oltre tale termine. 4. Il Comune può estendere il servizio di trasporto pubblico al di fuori del proprio territorio, purché nel rispetto dei diritti e degli interessi dei concessionari del servizio in altri Comuni. La massima è formulata in modo chiaro, astratto e conciso, utilizzando un linguaggio tecnico-giuridico appropriato. Essa esprime i principi di diritto fondamentali desumibili dalla sentenza, senza riferimenti al caso specifico, citazioni non essenziali e dettagli procedurali.