Il provvedimento di annullamento in autotutela di un'aggiudicazione definitiva di un appalto pubblico deve rispettare le garanzie partecipative previste dalla legge n. 241/1990, con la comunicazione di avvio del procedimento all'aggiudicatario, salvo che ricorrano i presupposti di cui all'art. 21-octies della medesima legge. L'annullamento in autotutela, essendo un atto discrezionale, non può essere disposto in violazione dei principi costituzionali di buon andamento, economicità, efficacia ed efficienza della pubblica amministrazione, qualora l'aggiudicatario abbia fornito chiarimenti idonei a superare le criticità rilevate. Inoltre, la mera esistenza di precedenti penali non definitivi a carico dell'aggiudicatario, estinti ai sensi dell'art. 445 c.p.p., non costituisce di per sé motivo di esclusione dalla gara, ove non sia dimostrata la loro idoneità a ledere il rapporto fiduciario con la stazione appaltante. Il termine di impugnazione del provvedimento di annullamento in autotutela è di trenta giorni dalla sua comunicazione all'aggiudicatario, ai sensi dell'art. 120, comma 5, del codice del processo amministrativo.