La contestazione della recidiva specifica, reiterata e infraquinquennale comporta l'aumento del termine di prescrizione del reato fino a due terzi della pena edittale, ai sensi dell'articolo 157, comma 2, del codice penale. Pertanto, il termine di prescrizione non è ancora decorso quando la recidiva non è stata esclusa dal giudice, essendo il termine di prescrizione aumentato fino a dieci anni, con l'interruzione di sedici anni e otto mesi. Il giudice è tenuto a valutare la sussistenza della recidiva contestata, in quanto essa incide sul termine di prescrizione del reato, il quale non può essere dichiarato estinto se la recidiva non è stata esclusa. La valutazione della recidiva è un elemento essenziale per la corretta determinazione del termine di prescrizione, il quale non può essere ignorato dal giudice, in quanto la sua mancata considerazione comporta la violazione degli articoli 157, 160 e 161 del codice penale. Pertanto, la sentenza che dichiara il reato estinto per prescrizione senza aver previamente escluso la recidiva contestata deve essere annullata e il giudizio rinviato al giudice di appello competente per la corretta valutazione della sussistenza della recidiva e la conseguente determinazione del termine di prescrizione.