Il potere di annullamento in autotutela di un precedente parere favorevole di compatibilità paesaggistica, esercitato dall'autorità statale competente (Soprintendenza), è legittimo quando le opere edilizie per le quali è stata chiesta la compatibilità paesaggistica postuma risultino essere pertinenziali rispetto ad un fabbricato principale già ritenuto incompatibile con il paesaggio, in quanto la valutazione negativa di compatibilità paesaggistico-ambientale espressa per il fabbricato principale non può non estendersi anche alle relative pertinenze, in assenza di autonomia oggettiva e funzionale di queste ultime. L'annullamento in autotutela del parere favorevole precedentemente reso è legittimo anche quando l'amministrazione comunale, in sede di richiesta del parere vincolante, abbia omesso di informare l'autorità statale competente circa la pendenza di procedimenti di condono edilizio relativi al fabbricato principale, circostanza rilevante ai fini della valutazione di compatibilità paesaggistica. Il potere di annullamento in autotutela esercitato dall'autorità statale trova il suo fondamento normativo nell'art. 21-nonies della legge n. 241/1990 e non nell'art. 159 del d.lgs. n. 42/2004, relativo al regime transitorio di autorizzazione paesaggistica, atteso che il parere annullato era stato reso nell'ambito del regime ordinario di cui all'art. 146 del medesimo decreto legislativo.