Cassazione penale Sez. V sentenza n. 38428 del 17 settembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:38428PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la chiamata in correità e l'attendibilità dei dichiaranti, deve esaminare unitariamente la credibilità soggettiva del propalante e l'attendibilità oggettiva delle sue dichiarazioni, senza necessità di una specifica sequenza logico-temporale, purché i riscontri esterni abbiano valenza individualizzante e siano indipendenti dalla fonte da riscontrare. Il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il cui esercizio deve essere motivato in relazione all'adeguatezza della pena alla gravità effettiva del reato e alla personalità del reo, senza che la mera incensuratezza possa essere considerata elemento positivo sufficiente. La graduazione della pena, anche in relazione alle circostanze, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, censurabile in sede di legittimità solo in caso di mero arbitrio o ragionamento illogico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - rel. Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/03/2018 della CORTE APPELLO di PALERMO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ROSA PEZZULLO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. ORSI LUIGI, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita'.
RITE…

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