Il militare preposto al servizio, in violazione delle consegne ricevute, che faccia accedere una persona estranea in un'area riservata della caserma e si intrattenga con essa, commette il reato di violata consegna aggravata, essendo integrati sia l'elemento materiale che quello psicologico del reato. La valutazione della credibilità delle diverse versioni fornite dall'imputato e dai testimoni, nonché l'apprezzamento della ricostruzione complessiva dei fatti operata dal giudice di merito, rientrano nell'ambito del libero convincimento del giudice e non possono essere sindacati in sede di legittimità, se sorretti da una motivazione logica e coerente, che escluda l'esistenza di palesi travisamenti o di macroscopiche illogicità. Il ricorso per cassazione non può pertanto proporsi come una nuova valutazione delle prove, ma deve limitarsi a denunciare specifici vizi della motivazione, quali l'omissione di elementi decisivi, la manifesta illogicità o la contraddittorietà interna della stessa. In assenza di tali vizi, la sentenza impugnata deve essere dichiarata inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.