Il direttore generale di un'azienda sanitaria locale può legittimamente revocare il rinnovo di un contratto di servizi non sanitari già disposto dal precedente direttore generale, qualora tale rinnovo risulti in contrasto con le direttive contenute in un documento di indirizzo economico-finanziario regionale che impone la riduzione dei costi per tali servizi. Ciò in quanto il nuovo direttore generale, appena insediatosi, è tenuto a conformare l'attività dell'azienda sanitaria agli obiettivi di contenimento della spesa pubblica indicati negli atti di programmazione economica regionale, anche attraverso la rimozione di precedenti provvedimenti di rinnovo contrattuale non in linea con tali direttive. L'omessa comunicazione di avvio del procedimento di revoca non determina l'illegittimità del provvedimento finale, qualora il soggetto interessato non dimostri che, se reso edotto, avrebbe potuto fornire elementi tali da indurre l'amministrazione a una diversa determinazione. Inoltre, la circostanza che il documento programmatico regionale abbia natura di mera direttiva non esime l'amministrazione sanitaria dal doversi conformare ai suoi contenuti, in particolare per quanto riguarda la riduzione dei costi per servizi non sanitari, prima di procedere al rinnovo di contratti in scadenza. Pertanto, il provvedimento di revoca del rinnovo contrattuale, adottato dal nuovo direttore generale in ossequio agli obiettivi di contenimento della spesa pubblica indicati negli atti di programmazione economica regionale, risulta legittimo e non viziato da carenza di motivazione.