Il trasferimento definitivo di un pubblico dipendente, pur se richiesto per motivi di assistenza a persona con disabilità ai sensi della legge n. 104/1992, non costituisce un diritto soggettivo incondizionato, ma è subordinato alla valutazione discrezionale dell'amministrazione in merito alla compatibilità di tale esigenza con le esigenze organizzative e funzionali dell'ufficio di provenienza. L'amministrazione, nel bilanciare tali interessi contrapposti, deve comunque motivare adeguatamente il provvedimento di diniego, tenendo conto di tutti gli elementi rilevanti, tra cui la gravità della disabilità, la possibilità di soluzioni alternative e l'impatto organizzativo del trasferimento. Il giudice amministrativo, nel sindacare la legittimità di tale provvedimento, verifica la correttezza di tale bilanciamento e la congruità della motivazione, senza poter sostituire la propria valutazione discrezionale a quella dell'amministrazione, salvo i casi di manifesta irragionevolezza o illogicità.