Cassazione penale Sez. II sentenza n. 11949 del 29 marzo 2021

ECLI:IT:CASS:2021:11949PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando l'agente, mediante minacce o violenza, costringe la vittima a compiere un atto di disposizione patrimoniale, privandola della libertà di autodeterminazione. La condotta estorsiva può realizzarsi anche attraverso modalità di disturbo e molestia reiterate, tali da costringere la vittima, in ragione della sua particolare condizione soggettiva e delle circostanze ambientali, a cedere alle pretese dell'agente per evitare un pregiudizio. Pertanto, il mero disturbo o la molestia, se finalizzati all'ottenimento di un ingiusto profitto, integrano gli estremi del delitto di estorsione e non possono essere ricondotti alla fattispecie meno grave di cui all'art. 660 c.p. (molestie o disturbo delle persone). La valutazione della condotta estorsiva deve tenere conto della personalità sopraffattrice dell'agente, delle circostanze ambientali in cui opera, dell'ingiustizia della pretesa e delle particolari condizioni soggettive della vittima. Il giudizio di legittimità sulla correttezza della qualificazione giuridica del fatto non può fondarsi su una diversa lettura dei dati probatori, ma deve limitarsi al controllo della logicità e coerenza della motivazione adottata dal giudice di merito, senza poter sostituire la propria valutazione a quella del giudice di appello, quando questa risulti sorretta da adeguata e corretta argomentazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. BORSELLINO Maria Daniela - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 03/05/2019 della CORTE APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. VINCENZO TUTINELLI;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. ZACCO Franca che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento impugnato, la Corte di appello di Roma ha confermato la sentenza in…

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