Cassazione penale Sez. I sentenza n. 21422 del 16 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:21422PEN

Massima

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La misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza può essere applicata nei confronti di soggetti indiziati di appartenere ad associazioni di tipo mafioso, purché sussista il requisito dell'attualità della pericolosità sociale, da accertare in concreto sulla base di elementi specifici, senza che tale accertamento possa fondarsi unicamente sulla presunzione di stabilità del vincolo associativo derivante dalla recente condanna per il delitto di partecipazione ad associazione mafiosa. Anche in presenza di una prolungata detenzione, il giudice della prevenzione è tenuto a verificare l'attualità della pericolosità sociale del proposto, valutando tutti gli elementi sintomatici della sua partecipazione al sodalizio mafioso, come il ruolo rivestito, la durata dell'affiliazione, la mancanza di concreta dissociazione, nonché l'eventuale persistenza dell'operatività dell'organizzazione criminale, a prescindere dal ricambio dei suoi vertici. La misura di prevenzione non può essere revocata sulla base della mera concessione di benefici penitenziari, ove tale comportamento risulti opportunistico e non indice di un effettivo percorso di risocializzazione. Inoltre, il giudice della prevenzione è competente a valutare la persistenza della pericolosità sociale anche dopo un periodo di detenzione superiore a due anni, senza che tale valutazione debba essere rimessa all'autorità che aveva proposto l'applicazione della misura.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SANDRINI ((omissis)) - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

Dott. APRILE Stefano - rel. Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 01/03/2018 della CORTE APPELLO di MESSINA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. STEFANO APRILE;
lette le conclusioni del PG Dr. ANIELLO Roberto che ha concluso per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento impugnato, la Corte d'appello di Messina ha confermato il decreto pronunciato in data 22 maggio 2017 dal Tribunale di Messina con il quale …

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