Il falso e la truffa commessi mediante la produzione di certificati medici falsi al fine di trarre in inganno l'ente pubblico presso cui il dipendente presta servizio, integrando gli estremi del reato di truffa, comportano la condanna del reo alla pena detentiva e pecuniaria, fermo restando che i reati commessi oltre un determinato termine temporale sono estinti per prescrizione, con conseguente annullamento parziale della sentenza di condanna e rinvio per la rideterminazione della pena. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che la presentazione di falsi certificati medici da parte di un dipendente pubblico al fine di ottenere indebitamente il trattamento di malattia costituisce reato di truffa, punibile con pena detentiva e pecuniaria. Tuttavia, i reati commessi oltre un certo lasso di tempo sono prescritti, con conseguente parziale annullamento della sentenza di condanna e rinvio per la rideterminazione della pena sui soli reati non prescritti. La massima sottolinea l'importanza di accertare correttamente i termini di prescrizione, al fine di evitare che parte dei reati contestati risultino estinti per decorso del tempo.