La realizzazione di un manufatto edilizio fuori terra, anche se di carattere pertinenziale, che comporti un aumento di volume superiore al 20% rispetto all'edificio principale, costituisce intervento di nuova costruzione ai sensi dell'art. 3, comma 1, lett. e.1) del D.P.R. n. 380/2001, soggetto al rilascio del permesso di costruire. In assenza di tale titolo abilitativo, l'Amministrazione comunale è tenuta a disporre la demolizione del manufatto ai sensi dell'art. 31, comma 2, del medesimo D.P.R., senza che sia necessaria una preventiva valutazione della sanabilità dell'opera, la quale può essere oggetto di una specifica istanza di accertamento di conformità da parte dell'interessato ai sensi dell'art. 36 del D.P.R. n. 380/2001. Inoltre, l'ordine di demolizione è sufficientemente motivato con il mero accertamento dell'abuso, senza la necessità di una particolare motivazione in ordine all'interesse pubblico alla rimozione dell'abuso stesso, che è in re ipsa, consistendo nel ripristino dell'assetto urbanistico violato. Infine, l'omessa comunicazione di avvio del procedimento, pur costituendo un vizio di carattere procedimentale, non determina l'annullamento dell'atto, ai sensi dell'art. 21-octies, comma 2, prima parte, della legge n. 241/1990, in quanto l'Amministrazione non avrebbe potuto adottare un provvedimento di natura diversa.