Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 41053 del 11 novembre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:41053PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 572 c.p. è integrato da una condotta abituale, che si estrinseca in più atti lesivi, realizzati in tempi successivi, dell'integrità fisica, della libertà, dell'onore, del decoro o della dignità della persona offesa. Non è necessario un comportamento vessatorio continuo e ininterrotto, essendo sufficiente che gli atti lesivi si alternino con periodi di normalità nei rapporti di convivenza o familiari, purché vi sia un vincolo di abitualità e un'unica intenzione criminosa di prevaricare progressivamente la vittima, anche facendo ricorso alla violenza fisica. Ai fini della sussistenza del reato, è irrilevante che la persona offesa non sia stata in grado di contestualizzare specifici episodi aggressivi o abbia ridimensionato le accuse nel corso del procedimento, essendo sufficiente che il quadro probatorio, nel suo complesso, dimostri l'esistenza di un sistema di vita imposto dal reo, caratterizzato da sofferenze, afflizioni e lesioni dell'integrità fisica o psichica della vittima, che incidono negativamente sulla sua personalità e su valori fondamentali della dignità umana. Sono, invece, esclusi dalla nozione di maltrattamenti gli atti episodici, pur lesivi dei diritti fondamentali della persona, che non siano riconducibili nell'ambito di una cornice unitaria, in quanto originati da situazioni contingenti e particolari, che possono verificarsi nei rapporti interpersonali di una convivenza familiare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RICCIARELLI Massimo - Presidente

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. GIORDANO E. Anna - rel. Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - Consigliere

Dott. RICCIO Stefania - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/12/2020 della Corte di appello di Torino;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. CENICCOLA Elisabetta che ha concluso chiedendo di dichiarare inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Torino, rideterminata la pena in quella di anni uno …

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