Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20498 del 18 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:20498PEN

Massima

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La pericolosità sociale dell'indiziato di appartenenza ad associazioni di tipo mafioso deve ritenersi in re ipsa, non essendo necessaria una specifica motivazione sulla permanenza della pericolosità, in assenza della prova del recesso dall'associazione. Il decorso del tempo, di per sé, non rileva per escludere la permanenza della pericolosità sociale, la quale può desumersi anche da condotte delittuose caratterizzate da modalità tipicamente mafiose, quali l'estorsione aggravata e la detenzione di armi comuni da sparo, senza che sia necessario l'accertamento dell'esistenza di un gruppo criminale di riferimento, essendo sufficiente che la violenza o la minaccia assumano veste tipicamente mafiosa. Il giudizio di pericolosità sociale può, pertanto, fondarsi su un esame analitico dell'anagrafe giudiziaria dell'indiziato, che evidenzi il suo coinvolgimento in attività illecite collegate alla criminalità organizzata, dalle quali egli tragga abituale sostentamento, senza che sia necessario un riferimento specifico all'esistenza e alla sfera di operatività di una consorteria camorristica determinata, essendo sufficiente il richiamo a un sodalizio criminale operante con metodologia tipicamente mafiosa in un determinato territorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. CAIAZZO Luigi Pietro - Consigliere

Dott. NOVIK Adet Toni - Consigliere

Dott. SANDRINI Enrico G. - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS), nato il (OMISSIS);

Avverso il decreto n. 198/2013 emesso il 06/05/2014 dalla Corte di appello di Napoli;

Sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. Alessandro Centonze;

Lette le conclusioni del Procuratore generale, in persona del Dott. Fimiani Pasquale, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

RILEVATO IN FATTO

1. Con decreto emesso il 06/05/2014 la Corte di appello di Napoli rigettava l'appello proposto d…

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