La revoca dell'autorizzazione amministrativa per l'esercizio dell'attività di commercio su aree pubbliche non può essere disposta sulla base di condanne penali pronunciate con decreto penale di condanna, in quanto la norma di cui all'art. 5, comma 2, lett. d) del d.lgs. n. 114/1998 si riferisce esclusivamente a condanne accertate con sentenza passata in giudicato per i reati ivi indicati. Pertanto, la sola condanna con sentenza passata in giudicato per il reato di cui all'art. 317 c.p. non è sufficiente a integrare i presupposti per la revoca dell'autorizzazione, in assenza di ulteriori condanne per i reati previsti dalla citata disposizione normativa, accertate con sentenza definitiva. L'amministrazione non può, dunque, revocare l'autorizzazione commerciale sulla base di decreti penali di condanna, in quanto tali provvedimenti non integrano il requisito della "sentenza passata in giudicato" richiesto dalla legge per l'applicazione della sanzione della revoca. Inoltre, il principio di proporzionalità impone di valutare la gravità della condotta e la sua incidenza sull'affidabilità professionale del titolare dell'autorizzazione, non potendosi prescindere da una complessiva valutazione della sua condotta.