Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24639 del 31 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:24639PEN

Massima

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Il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale non richiede la dimostrazione di un nesso causale tra gli atti di distrazione e il successivo fallimento, essendo sufficiente che l'agente abbia cagionato il depauperamento del patrimonio aziendale, destinandone le risorse ad impieghi estranei all'attività d'impresa. L'elemento soggettivo del dolo generico è integrato dalla consapevole volontà di dare al patrimonio sociale una destinazione diversa da quella di garanzia delle obbligazioni contratte, senza che sia necessaria la consapevolezza dello stato di insolvenza dell'impresa o lo scopo di recare pregiudizio ai creditori. Nell'ambito dei reati fallimentari, grava sull'imprenditore un onere di collaborazione e giustificazione circa l'adempimento degli obblighi di conservazione della garanzia patrimoniale e di verità, la cui violazione può essere desunta dalla mancata dimostrazione, da parte dell'amministratore, della destinazione dei beni aziendali. La responsabilità penale dell'imputato per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale può essere affermata sulla base di un complessivo e logico percorso motivazionale che valuti l'intero materiale probatorio, senza che il sindacato di legittimità possa estendersi ad una mera rivalutazione critica delle singole fonti di prova.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. TUDINO A. - rel. Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/11/2016 della CORTE APPELLO di L'AQUILA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ALESSANDRINA TUDINO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. MARINELLI Felicetta che ha concluso per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1.Con la sentenza impugnata, la Corte d'Appello de l'Aquila ha, in parziale riforma della decisione del Tribu…

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