Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 47031 del 10 dicembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:47031PEN

Massima

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La minaccia, quale reato di pericolo, si configura quando la condotta dell'agente sia astrattamente idonea a incutere timore nella vittima, a prescindere dall'effettivo verificarsi del danno temuto, essendo sufficiente che la minaccia sia potenzialmente in grado di condizionare la libertà di determinazione della persona offesa. Pertanto, ai fini dell'integrazione del delitto di minaccia, non è necessario che il bene tutelato sia realmente leso, essendo invece rilevante la sola idoneità della condotta a determinare l'incussione di timore, valutata secondo un giudizio di prognosi postuma e in relazione alle concrete modalità di realizzazione della minaccia, al contesto in cui essa si inserisce e alle condizioni soggettive della persona offesa. Ciò in quanto il reato di minaccia tutela la libertà morale del soggetto passivo, a prescindere dall'effettiva lesione del bene minacciato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. MANNINO Saverio F. - Consigliere

Dott. FAZIO Anna Maria - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LE. LU. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2564/2002 CORTE APPELLO di MILANO, del 06/12/2006;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 25/11/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CITTERIO Carlo;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DELEHAYE Enrico che ha concluso per annullamento senza rinvio perche' il fatto non sussiste.

RITENUTO IN FATTO

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